venerdì 22 luglio 2011

Afterhours live a Recanati - Lunaria 2011

Gli Afterhours sbarcano a Recanati per il festival Lunaria che trova spazio nel loro tour estivo. Piazza Leoprardi piuttosto piena, cielo stellato sopra di noi. Ma andiamo con ordine...

Tracklist:
  • La verità che ricordavo
  • Estate
  • Germi
  • La vedova bianca
  • La sottile linea bianca
  • E' solo febbre
  • Ballata per la mia piccola iena
  • Bunjee jumping
  • Milano circonvallazione est
  • Pochi istanti nella lavatrice
  • Siete proprio dei pulcini
  • Il sangue di Giuda
  • Pelle
  • Bye bye Bombai

Primo bis:
  • Carne fresca
  • Pop
  • Ci sono molti modi

Secondo bis:
  • Bianca
  • Il paese è reale
  • Quello che non c'è

Terzo bis:
  • Non si esce vivi dagli anni '80
  • Male di miele
  • Voglio una pelle splendida

Il concerto parte in quinta, con i ragazzi che ci danno dentro e Manuel che fa roteare il microfono tenendolo per il filo. Da questo - e solo da questo - si capisce che il primo pezzo è "La verità che ricordavo"... il suono, purtroppo è un magma indecifrabile, il violino è rumore, le chitarre di Ciccarelli e Iriondo hanno un suono zanzarosissimo. Purtroppo la scarsa resa sonora, dalla quale sembra salvarsi solo la batteria di Prette, sarà una costante di tutto il concerto. Agnelli è in forma smagliante, palestrato oltre ogni misura, non si risparmia in nulla anche se l'interazione con il pubblico è ridotta a nulla. Mentre il concerto va avanti il suono migliora un po', i cori si fanno più intonati, il pubblico è caldo. Lo show va avanti per quasi due ore, con tre bis in cui l'ego di Agnelli - che regala al pubblico anche un intermezzo al piano solo - esplode. Da fan della band milanese posso tranquillamente dire di aver apprezzato il concerto. Con occhio/orecchio più distaccato devo aggiungerci un "però". Sarà stato il pessimo suono, ma mi sembra che gli arrangiamenti fossero un pò confusionari, poco curati, con una buona percentuale di "volume di fuoco" fine a sé stesso. Una nota estremamente positiva invece è la performance dell'immenso Giorgio Prette dietro ai tamburi: preciso, pulito, essenziale. Una nota di colore: al terzo bis, su "Male di miele" mi sono fatto trascinare da chi avanzava dalle retrovie e ho guadagnato le primissime linee per buttarmi nella mischia. A parte il fatto che la mischia vera e proprio non c'era, nel marasma generale ho visto un ragazzo che aveva una t-shirt con una tartaruga bianca e nera. Qualche anno fa, non avrei mia creduto/sperato di vedere qualcuno con una t-shirt di CasaPound ad un live degli Afterhours... i tempi stanno cambiando? Speriamo di sì!

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