mercoledì 12 marzo 2008

Qualche parola intelligente

In questi giorni di campagna elettorale, quando i due gelatai di Italia si sfidano a colpi di sondaggio ed emerge sconcertante il vuoto esistenziale della politica nostrana, c'è un uomo politico che ha avuto il coraggio di dire le cose come stanno. Di seguito è riportato un suo recente intervento in una trasmissione televisiva italiana: vediamo chi indovinerà per primo di chi si tratta. Si può non concordare al 100% ma - diciamoci la verità - le cose stanno proprio come le descrive il politico misterioso (che, per inciso, non voterò alle prossime elezioni, militando questi in uno dei partiti da me ritenuti invotabili). Buona lettura!

Il fantasma (della povertà, ndGiulio) è arrivato ed è un fantasma che fa paura [...] Credo che quello che sta succedendo sui posti di lavoro sia anche il prodotto di quella che si è chiamata globalizzazione. Cioè dire - e ancora adesso girano, nelle nostre università, sui giornali nella politica, dei pazzi che ti dicono “ci vuole più com-pe-ti-ti-vi-tà”. La competitività, la velocità, la violenza dei processi... non che devi pensare ad un mondo di sogno, ma magari ad un mondo com’era prima, meno spinto, meno fanatizzato dal dogma del mercato. La paura ce l’hanno gli anziani che vanno al supermercato e non hanno i soldi per fare la spesa.Noi viviamo in un mondo all’incontrario: in un mondo in cui il superfluo costa meno del necessario. Puoi andare a Londra con 20 dollari ma non fai una spesa al supermercato con 20 euro. Questo è il punto. La paura riguarda le famiglie che hanno la vita mangiata dai mutui. Sta arrivando una grande crisi. [...] C’è una crisi della globalizzazione. Si è piantata [...] a partire dalla fine degli anni ‘90 e poi in questo secolo, un gruppo di - diciamo di illuminati, banchieri diventati statisti, politici diventati pensatori economici, falsi profeti - hanno predicato i benefici, il mito del XXI secolo, la globalizzazione, la cornucopia, l’età dell’oro. Tutto si è basato sulla divisione, prima, del mondo in due parti: l’Asia produttrice di merci a basso costo e l’Occidente, l’America, importatore di queste merci a debito. Tutto è stato messo in piedi con la tecnofinanza, con le banche che non hanno fatto più il mestiere antico che sempre hanno fatto le banche: prendere denaro sulla fiducia e prestare denaro a proprio rischio. Hanno impacchettato i prodotti e li hanno venduti, ceduti a terzi. Il meccanismo della tecnofinanza che ha finanziato la globalizzazione è saltato. Non solo: non ha funzionato in sé: non potevi fermare il mondo, ma non eri autorizzato a - solo dei pazzi illuminati, se vuole le dico i nomi italiani ma è meglio di no, hanno pensato che, governando gli anni novanta e poi dopo, che il mondo potesse essere forzato… Le dico un’ultima cosa. Quando arrivano gli americani nel ‘45 e portano la penicillina, con la penicillina guariscono tutti di colpo. Adesso come adesso, con la penicillina ci fai poco: servono gli antibiotici. Tutti questi illuminati che governano l’economia, hanno gestito la crisi che c’è e che ci sarà, che continua, si aggrava e contagia, l’hanno gestita con gli strumenti vecchi, e cioè a dire con la riduzione dei tassi d’interesse, con le iniezioni di liquidità. Non reagisce l’organismo, anzi: sta ancora peggio. E’ cambiato il mondo, deve cambiare il governo del mondo. Noi pensiamo alcune cose per l’Italia, ma pensiamo che se il disastro è globale, la politica non può essere più locale. Noi pensiamo ad un nuovo accordo tra i grandi Paesi del mondo. Bretton Woods fu nel ‘44; va rifatto. Ci vuole una nuova Bretton Woods.

2 commenti:

Claudio ha detto...

Quella puntata di AnnoZero l'ho vista... Tremonti non mi sta particolarmente simpatico, ma devo dire che in questo frangente ha colpito nel segno, non ci è andato molto lontano.
Continua comunque a non avere il mio voto!


;)

Giulio Petrucci ha detto...

@claudio:
Guardi "AnnoZero"? Ma allora sei masochista!!! Scherzi a parte: voto o non voto, qui serve davvero una nuova Bretto Woods...