venerdì 19 ottobre 2007

Bavaglio

Riccardo Franco Levi è il braccio destro di Prodi. La sua mente geniale ha partorito quel disegno di legge approvato in consiglio dei ministri lo scorso 12 ottobre che prevede che equipara i blog (tipo questo) ed i siti personali a veri e proprio prodotti editoriali. Questo significa iscrizione all'ordine dei giornalisti, ai vari registri delle Autorià (?) delle Comunicazioni, doversi dotare di una casa editrice (??), costi e burocrazia. Questo significa - perdonatemi l'espressione che fa molto 2.0 - depotenziare la blogsfera. Grillo accusa, Levi nega. Il tutto in un clima che conferma i timori nati con i deliri settembrini di Frattini.

Il fatto è che la casta ha paura. Ha paura di una ambiente che si dimostra più attivo del previsto (come nel caso del V-Day organizzato da Beppe Grillo), di un ambiente che si mobilita in tempo reale per denunciare lo scandalo di Italia.it (progetto già miseramente fallito e costato milioni di euro al contribuente), ha paura di una realtà che non riesce a controllare imbrigliando gli attori primari in sotto-caste clientelari piene di yes-men (tipo l'ordine dei giornalisti).


E forse la paura viene anche guardando quello che succede dall'altra parte dell'Atlantico, dove i blog personali e i siti di informazione indipendente hanno la stessa autorevolezza dei grandi media. Negli Stati Uniti Ron Paul, candidato repubblicano alle prossime primarie, è diventato una delle 10 chiavi più ricercate su Technorati (davanti a Paris Hilton, se non erro): questo indica un compatto sostegno da quella blogsfera che è riuscita a non fare eleggere Lieberman alle primarie democratiche del Connecticut. La casta che occupa la Casa Bianca ha paura: anche da quelle parti si parla di misure per limitare la libertà di internet. Evidentemente gli emuli italici hanno ben pensato di fare altrettanto...

Mala tempora...

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