venerdì 1 giugno 2007

You got it, Quentin!

"The (Italian) films I've seen over the last few years all seem the same. All they talk about is boys growing up, girls growing up, couples in crisis, holidays for the mentally disabled".


Così Quentin Tarantino ha commentato a Cannes la situazione attuale del cinema italiano. E come dargli torto? Siamo in un paese in cui se non c'è Scamarcio come attore protagonista i film non si fanno, in cui i registi si spacciano per sociologi impegnati nel descrivere una generazione di 30-40enni indecisi e depressi (vedi Muccino... e pensare che "L'ultimo Bacio" mi era pure piaciuto...) o 40-50enni coi nervi a pezzi e perennemente in analisi (vedi Verdone... ma cosa ti è successo?). Al buon Quentin, uno dei miei registi preferiti e come me amante di quelli che la cultura "snobista", "impegnata" e "progressista" del salotto buono italiota ha sempre catalogato come "B-movie" consiglio vivamente di buttarsi sulla fiction, forse l'unica cosa buona che ancora si possa guardare in TV (con le dovute eccezioni, per fortuna).

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